L’idea del Red Carpet è quella di creare un evento nell’evento: attraversamenti, camminate, processioni, evoluzioni, trasformazioni, partenze e arrivi.
Un viaggio espositivo in continuo bilico tra gioco e tragedia, responsabilità e incoscienza, precisione e caos, austerità e ironia, per sfidare l’Apocalisse e sopravvivere agli eventi catastrofici.
Il lavoro nasce dall’idea del “Red Carpet”, quel tappeto rosso che viene dispiegato a terra per indicare il percorso da seguire in occasioni formali o in caso di cerimonie importanti al fine di onorare gli ospiti che stanno entrando in un luogo o stanno assistendo a un evento.
Il passaggio sul Red Carpet non rappresenta semplicemente il momento in cui accedere al luogo concreto in cui si svolge l’accadimento, ma un vero e proprio evento nell’evento, un sentiero da tracciare, un ponte che conduce in luoghi non ancora calpestati, preparato con cura e in cui sia le performers che lo spettatore possano osservare osservandosi e scegliere di accedere attraverso l’immaginazione ad altre dimensioni.
Il tempo scorre, e lo fa indipendentemente da ogni aspetto umano o catalogabile dalla nostra coscienza. Il tempo controlla tutto e si fa garante del ciclo di esistenza cui siamo abituati a sottostare.
La ricerca coreografica vuole essere un viaggio espositivo che utilizza attraversamenti, camminate, processioni, evoluzioni, trasformazioni, partenze e arrivi in continuo bilico tra gioco e tragedia, responsabilità e incoscienza , precisione e caos, austerità e ironia, divismo e blasfemia, un viaggio catartico, quasi a voler sfidare l’Apocalisse , per sopravvivere agli eventi catastrofici.