un progetto a cura di Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti

coordinamento scientifico di Marcella Culatti

in collaborazione con Elena Pirazzoli

con la consulenza scientifica di Francesco Ceccarelli, Roberto Diolaiti, Manuela Faustini, Federica Legnani, Massimo Medica

in collaborazione con Museo internazionale e Biblioteca della Musica, Museo Civico Medievale, Fondazione Villa Ghigi, Comitato Villa Aldini

con il patrocinio di Alma Mater Studiorum Università di Bologna – Dipartimento delle Arti, Dipartimento di Architettura e Comune di Bologna

con il sostegno del MIC – Ministero della Cultura

ingresso gratuito

«Ça c’est superbe!» Così pare abbia esclamato Napoleone in visita a Bologna nel 1805 ammirando il panorama dal colle dell’Osservanza… E qui, per volontà di Antonio Aldini, segretario di Stato del Regno d’Italia, sorse tra il 1811 e il 1816 il grande edificio neoclassico che da allora domina la città imponendosi all’immaginario cittadino: Villa Aldini.

Mai ultimata, la villa è stata oggetto fra Otto e Novecento di vari progetti di recupero e riutilizzo, mai concretizzatisi. Negli ultimi anni è passata da problematico luogo di accoglienza, crocevia di rifugiati e migranti, a sede della rassegna culturale inosservanza, curata dal Comune e da archiviozeta, che ha riacceso i riflettori sul futuro di questo luogo bellissimo ma segnato dalle ferite di incuria e abbandono.

Ma la villa non è stato il primo edificio costruito sulla cima del colle. Essa infatti ingloba i resti del complesso monastico benedettino di antichissime origini che fu luogo di culto per i bolognesi fino agli espropri napoleonici.

Queste giornate di studio, nate sulla spinta del rinnovato interesse per questo sito carico di memoria, si prefiggono di esplorare, ricostruire e ripercorrere la lunga storia del colle dell’Osservanza e delle costruzioni che vi si sono succedute nel corso dei secoli, onde restituire alla cittadinanza la memoria di una realtà da sempre protagonista della vita felsinea. Venerdì 25 e sabato 26 novembre, organizzate in quattro sessioni e scandite secondo una sequenza cronologica, le voci di molteplici narratrici e narratori si alterneranno per raccontare le origini, le leggende e le vicende del complesso monastico, la nascita, la costruzione e la decorazione della villa, l’abbandono del progetto seguito da un progressivo declino, interrotto da nuove accensioni innescate dal suo potenziale scenografico, culminate nella scelta di Pier Paolo Pasolini di utilizzarla come set per il film Salò o le 120 giornate di Sodoma.

Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti di archiviozeta hanno fortemente voluto, progettato e organizzato queste giornate, pensate come occasione unica di approfondimento e riflessione su questo luogo meraviglioso e pieno di complessità. Un momento di scoperta, di scavo negli archivi, per approfondire e far riaffiorare la memoria di questa antica collina sacra e profana, con l’obiettivo non solo di ampliarne la conoscenza ma anche di contribuire alla sensibilizzazione nei confronti del suo destino, affinché sia restituito alla vita della collettività.

Il percorso si conclude domenica 27 novembre al mattino con una sorta di rito propiziatorio: una lettura en plein air itinerante nel parco della villa,  a contatto con gli alberi, delle parole ramificate di Dino Buzzati.

Programma

 

venerdì 25 novembre 2022

LA COLLINA SACRA NEL MEDIOEVO

mattina, Museo internazionale e biblioteca della musica

Palazzo Aldini Sanguinetti, strada Maggiore 34

10.45 Alessandro VanoliCulti e miti della collina: una prospettiva sull’Osservanza

11.15 Francesca Roversi MonacoLa fondazione della Rotonda del Monte tra storia e leggenda

11.45 Paolo CovaRotonda del Monte anno zero: i loca sancta gerosolimitani in Emilia

12.15 Gianluca del Monaco, Il Trecento bolognese nella Rotonda del Monte: la Madonna della Vittoria e la Madonna di Giovanni da Piacenza di Simone di Filippo

12.45 Giacomo Alberto CalogeroIl cardinale Bessarione, Galasso ferrarese e un “mortorio” della Vergine intorno al 1455

LA COLLINA PROFANA

pomeriggio, Villa Aldini

via dell’Osservanza 35/37

15.00 visita alla Rotonda della Madonna del Monte

15.30 Francesca LuiIl palazzo di città e la villa “al Monte”. Le residenze di Antonio Aldini nella Bologna napoleonica

16.00 Silvia MeddeProtagonisti e progetti della trasformazione del complesso del Monte d’inizio Ottocento in «museo d’arti viventi» per Antonio Aldini

16.30 Antonella MampieriUn Olimpo per Napoleone. La vicenda del frontone di Villa Aldini: iconografia programmatica, modelli tra Antico e Moderno, tecniche esecutive

17.15 domande e riflessioni conclusive

foto di Margherita Caprilli

sabato 26 novembre 2022

RESTAURI E NUOVI ABBANDONI

10.45 Daniele Pascale Guidotti Magnani e Valentina GiliLa Madonna del Monte riscoperta. L’opera di Guido Zucchini e della Bologna Storico Artistica a Villa Aldini

11.15 Sofia Nannini, L’altra villa: la casa di riposo per le madri e le vedove di guerra (1937–43)

11.45 Tarcisio ArrighiIl GVC per trent’anni a Villa Aldini

12.15 visita alla mostra Pasolini a Villa Aldini

IL NOVECENTO

pomeriggio, Museo Civico Medievale

Palazzo Ghisilardi Fava, via Manzoni 4

15.00 saluti

15.15 Enrico Tabellini, La città come palcoscenico: le Feste Musicali a Villa Aldini

15.45 Roberto ChiesiL’immagine di Villa Aldini in “Salò”

16.15 Roberto Diolaiti, Il Parco di Villa Aldini: panorama superbo per i viaggiatori del passato e cornice verde straordinaria per avvicinare alla natura e al paesaggio i cittadini del futuro

16.45 Jadranka Bentini1831-2021 Quasi due secoli di storia per salvare Villa Aldini: dal primo Comitato costituitosi nel 1831 al nostro Comitato del 2021

17.15 conclusione e riflessioni finali sul futuro di Villa Aldini

foto di Max Cavallari

domenica 27 novembre 2022

BOSCO VECCHIO / ramificazioni da Dino Buzzati

una lettura itinerante nel parco

con Diana Dardi, Gianluca Guidotti, Giuseppe Losacco, Enrica Sangiovanni

in occasione della Giornata nazionale degli alberi

Bosco Vecchio è una lettura itinerante a contatto con gli alberi: le parole ecologiche di Dino Buzzati sono ramificazioni del mito ma raccontano anche la minaccia in cui siamo immersi. Si attraversa la foresta sacra, abitata da geni, dove affonda le radici l’infanzia dell’umanità, luogo incontaminato che contiene un presentimento d’amore e su cui incombe il vento della distruzione.

foto di Max Cavallari