2022
venerdì
24
giugno
19.00

La mostra PASOLINI A VILLA ALDINI è aperta al termine dello spettacolo, circa dalle 20.30 alle 21.30

100 colpi | Edipo re a Villa Aldini

traduzione Federico Condello

drammaturgia, scenografia, regia e interpretazione Enrica Sangiovanni e Gianluca Guidotti

musica Patrizio Barontini

tecnica Andrea Sangiovanni, Riccardo Uguzzoni

 

100 colpi è un progetto ideato e diretto da Gianluca Guidotti e Enrica Sangiovanni, in occasione di Pasolini 100, nell’ambito di inosservanza 2022, la stagione di residenza artistica e rigenerazione urbana curata da archiviozeta a Villa Aldini.

archiviozeta propone un nuovo allestimento itinerante dello spettacolo teatrale Edipo re in relazione agli spazi del Parco e della Villa. Un viaggio vertiginoso nella tragedia di Sofocle e nelle visioni scaturite dal film e dalla rilettura della sceneggiatura di Pier Paolo Pasolini. Un omaggio commosso a quel film indimenticabile girato anche a Bologna – nel portico dei Servi e in Piazza Maggiore – nel 1967, nello stesso anno in cui a Villa Aldini il Teatro Comunale di Bologna allestì un Oedipus Rex di Stravinskij, un viaggio dentro a questo antico mito ma anche un attraversamento inedito di Villa Aldini che si farà Citerone, oracolo di Delfi, città di Tebe.

Al termine dello spettacolo sarà inoltre visitabile una mostra di foto dal set di Salò o le 120 giornate di Sodomaallestita da archiviozeta – in collaborazione con Cineteca di Bologna e Archivio Cinemazero – con le bellissime foto (molte delle quali inedite) di Deborah Beer, che allora era giovanissima, fotografa ufficiale sul set di Salò.

La tragedia si svolge con scene che guardano al teatro orientale, ma anche ai film di Pasolini dedicati al mito, con arrampicate e imprecazioni verso un piano superiore vuoto dove sarebbero gli dei, artefici di questi infiniti inganni, e uscite verso una porta dove gli attori si cambiano d’abito per entrare come altri personaggi, come un precipitare di segni inascoltati verso la rivelazione devastante. La recitazione avvolge, emoziona e raffredda, straniando, inducendo al giudizio e trasportando dentro gli abissi dell’individuo. Il tentativo di Edipo di sottrarsi alla sorte, di costruirsi come umanistico artefice del proprio destino, fallisce, riportandolo alla inestirpabile maledizione della stirpe.

Una rossa zimarra appesa che sbarra la strada rappresenta il corpo di Giocasta impiccatasi: Edipo, rovesciando lo scettro in bastone da pellegrino, la scosta e con una culla-corazza trasformata in gerla si avvia verso la fredda luce esterna del tramonto, verso “il Citerone”, ritornando a quel luogo selvaggio, misterioso, dove fu esposto bambino. E noi siamo con lui, nudi di fronte al mistero di quello che avremmo voluto essere e di ciò che siamo, nonostante e a causa di noi stessi. Il testo rivive urgente nell’intelligenza interpretativa, nella finezza attoriale; la tragedia antica diventa uno degli spettacoli più belli, forti e coinvolgenti di teatro contemporaneo visto nelle ultime stagioni.

Massimo Marino – Doppiozero 27/08/2012